lunedì 25 maggio 2009

Un maggio eccezzionale per l'acacia!

E' da qualche settimana che non aggiornavo il blog, troppo il lavoro da fare e non solo in apiario. Ci sono delle belle novità: finalmente ho finito il piccolo laboratorio per miele e marmellate e, ottenuti i permessi dell'USL, ho finalmente aperto azienda agricola! Maggio è stato quindi assorbito dagli ultimi lavori in laboratorio, dal taglio del fieno, dalla preparazione della recinzione per le capre (ultima pazzia...), dall'acquisto di un terreno, dall'arrivo di una troupe che ha girato un documentario sul mio lavoro (su questo ci dedicherò un post più avanti) e dal riordino dell'apiario. Ho deciso infatti di trasferire tutte le mie famiglie sparse nei terreni che ho in affitto in Val di Vara realizzando un apiario unico vicino a casa e relativamente vicino a una strada raggiungibile con un mezzo. Per cinque anni mi sono camallato melari strapieni su e giù per centinaia di metri di viottoli di campagna! Ragazzi, non ci ho più il fisico!
Il riordino è stato graduale ed è stato facilitato dalle sciamature che mi ha consentito di ridurre le dimensioni delle famiglie inarniandole dentro leggere arniette di polistirolo. Così preparate ho cominciato a trasferire le famiglie nell'Apiario di Marinasco, a 3,2 km da qui per far perdere alle api l'orientamento e ritrasferirle dopo qualche giorno...in tutto 8 famiglie.

sabato 18 aprile 2009

Uno sciame sul nocciolo


Catturato un altro sciame! Questa volta si è posato sugli esili rami di un nocciolo che per giunta si protende su una cengia invasa dai rovi. Ho dovuto usare quindi una lunga asta telescopica alla quale ho legato una arnietta di polistirolo con dentro un telaino costruito come atrattiva. Arrivato sotto lo sciame ho assestato uno scrollone al nocciolo ma solo un terzo delle api è finito dentro. Così con l'aiuto di Giuseppe ho legato i rami segandoli alla base ma non completamente per consentire al ramo di ruotare, avvicinandolo così all'arnietta che nel frattempo ho posato a terra. Infine tutte le api sono finite dentro. In tarda serata ho sistemato l'arnia in apiario. Purtoppo il giorno dopo una burrascata ha scoperchiato l'arnia, ma purtroppo me ne sono accorto solo la mattina successiva! Che delusione...erano presenti api solo sul telaino già costruito che avevo usato come "richiamo", cosa è successo? Le api sono scappate in cerca di un rifugio? Le esploratrici avevano gia trovato una nuova casa? Ad ogni modo ho richiuso l'arnia ripromettendomi di controllare il giorno dopo. Oggi ho infatti controllato e sul predellino c'èra un gran fermento di api e anche il peso dell'arnia era compatibile con la presenza di tante api...cosa è successo? Non voglio ancora azzardare ipotesi, domani la apro e controllo...




domenica 12 aprile 2009

Le api sciamano ancora...anzi no!

Erano le 11.45, avevo appena finito di lavorare nei campi quando ho sentito un suono simile al vento quando passa tra gli aghi di pino. Mi trovavo a circa 250 metri dall'apiario eppure il rumore era forte. Mi precipito a vedere e entro nentro la nuvola di api per seguirle. Inizialmente sembrava che volessero posarsi sul pero dove altre volte si sono fermati degli sciami. E invece accade l'inspiegabile: dopo aver formato un abbozzo di sciame appeso, questo si scioglie e tutte le api si sono precipitate nell'arnia dalla quale erano uscite! Avevo sentito parlare di sciami recalcitranti ma questa è la prima volta che mi capita di osservare il fenomeno.Incredibile...

Lo sciame è li, sulla cima più alta dell'ontano più alto...

(immagine: sciame 2008 su ulivo)
Due giorni fa si è inaugurata la stagione sciamatoria. Ero a Marinasco e stavo mettendo a dimora le piantine di pomodoro, melanzana, zucchino di Sarzana. Verso le 15.45 un forte ronzio, e subito dopo vedo emergere dal fondo dei campi una nuvola di api! Vicino a me c'era mia nonna; immobili ci siamo fatti letteralmente attraversare dal turbine vivente che lentamente si spostava sull'orto...un momento magico...le api si spostavano mulinando nell'aria come un tornado. Inizialmente ho pensato che stessero per posarsi sul vecchio pero o sulla bassa olivetta, poi lo sciame si è innalzato sulla casa. Temendo che lo sciame trovasse di suo gradimento il camino, sono corso ad accendere la stufa per fare un po' di fumo. Ma lo sciame aveva le idee più chiare di me e probabilmente sapeva gia dove andare. Così è iniziato l'inseguimento. Ho continuato a seguire lo sciame nell'uliveto dei miei vicini, sfiorando la baracca di legno dalla quale è fuggita spaventata una civetta; poi improvvisamente si è alzato cominciando a turbinare sulle quattro cime di una ceppaia di ontano sul fondo del canale. Mi sono detto "no dai, non può essere che si fermi lassù!". Perchè mai quello che piacerebbe agli uomini dovrebbe piacere anche alle api? Detto fatto, lo sciame comincia a condensare sulla cima più alta dell'ontano più alto, non è nemmeno troppo grande ma decisamente impossibile da acchiappare. Rimango per un po a fissare ammirato la conclusione di questo miracolo naturale, avverto della conclusione della vicenda mia nonna che mi seguiva dall'alto della terrazza e rincaso un po sconfortato. Prima di dichiararmi sconfitto tento un'ultimo disperato tentativo: nei prossimi giorni è prevista pioggia e decido di mettere una piccola arnia con due telaini costruiti ai piedi dell'ontano...hai visto mai!

sabato 4 aprile 2009

L'erica arborea è in piena fioritura...ma continua a piovere

Per ogni giorno di sole, due di pioggia...Non va niente bene per l'auspicata produzione dell'ottimo quanto raro miele di Erica arborea. Erica arborea L. Fam. Ericaceae
(Scheda1)(Scheda 2)

Forma Biologica: Fanerofite cespugliose. (Piante legnose con portamento cespuglioso.) NP Nano-Fanerofite (Piante legnose con gemme perennanti poste tra 20 cm e 2 m dal suolo.)
Antesi in provincia di La Spezia:
fine febbraio-marzo (Tramonti, riviera), fine marzo-aprile zone interne, bassa e media Val di Vara
Corologia: Steno-Medit. (Specie con areale limitato alle coste mediterranee, area dell'Olivo). Distribuzione in Italia: distribuita in tutta la regione mediterranea, manca nella Pianura Padana; sulle Prealpi è diffusa attorno al lago di Garda e dal lago di Como risale fino a Colico e Chiavenna.
Habitat:
predilige i suoli acidi in formazioni di boschi sempreverdi, macchie e garighe; specie di clima caldo arido, tollera bene anche climi più freddi e umidi delle zone collinari e montane (fino a 1200 m di altitudine al Sud, fino a 600 m al Nord.

Etimologia:
il nome del genere deriva dal greco Eréiko = frangere, perché era ritenuta valida per spezzare i sassi e i calcoli della vescica, o secondo altre interpretazioni per la fragilità delle sue foglie.

Curiosità e utilizzi da parte dell'Uomo:
l'erica, che cresce abbondante ai margini dei terrazzamenti delle Cinque Terre, è qui utilizzata per creare barriere frangivento a tutela delle coltivazioni di vite. La radica ingrossata dell'erica ("socco") era raccolta sia in Val di Vara che sulla costa per essere venduta a ditte specializzate nella produzione dei fornelli delle pipe.

Il miele di Erica
Miele molto buono e ricercato quanto difficoltoso da produrre. le ragioni di questa difficoltà sono dovute essenzialmente al precoce periodo di fioritura (fine marzo-aprile), durante il quale le famiglie di api, appena uscite dall'inverno, non sono ancora nel pieno delle loro forze, il loro numero all'interno dell'alveare non è ancora sufficiente a garantire una cospicua bottinatura. Inoltre in questo periodo non sono infrequenti lunghi periodi di piogge che oltre a rovinare il fiore, impediscono alle bottinatrici di uscire per raccogliere il nettare.
Il polline di erica arborea è elemento caratterizzante dei mieli prodotti in Liguria e per questo quindi utilizzato come "tracciante" per stabilire la provenienza ligure di un determinato miele
Caratteristiche:
appena estratto dal favo il miele di erica è liquido e di aspetto torbido; rapidamente tende a cristallizzare in modo fine assumendo una consistenza piacevolmente cremosa. L'umidità è alta e questo è un fattore critico. Occorre invasettarlo solo se si è sicuri della sua maturità altrimenti il rischio di fermentazioni è molto alto. Ha tipicamente un colore scuro con riflessi ambrati color arancio, un odore pungente, fresco, molto simile a quello dei fiori, e un aroma molto gradevole, di zucchero caramellato, caramella mou, di crème caramel
(Scheda UNAAPI)

martedì 31 marzo 2009

Visita di primavera e posa melari per l'erica

E' uscito un timido sole, una pausa tra le piogge venute e quelle previste a partire da stasera. Ho così visitato le famiglie che tengo a Rì e il risultato è il seguente:
- solo tre famiglie sono abbastanza forti da poter tenere un melario e (incrociando le dita" fare un po di miele di erica arborea
-altre 4 famiglie sono un po debolucce ma con un po di amore e tisana sciropposa andranno a posto.
In una delle famiglie ho osservato una cella reale di sostituzione sfarfallata ed ormai in via di distruzione.
- un'ultima famiglia...destinata a breve a una triste fine...

Fioriture del periodo:
L'erica arborea è in piena fioritura a Polverara mentre a Rì è ancora chiusa, insomma è il momento buono per la posa dei melari
La mimosa e il ginestrone sono ancora fioriti, i peschi sono ad inizio fioritura e cominciano ad essere visitati. Anche qualche pero si sta aprendo

giovedì 26 marzo 2009

Le api nello stemma del casato Barberini

Siamo di ritorno da una breve vacanza nei Monti Sibillini, zona di mieli sopraffini (dai! La rima ci stava no?:-)). Ebbene, visitando Camerino ho trovato in una chiesa, di cui ora purtroppo non ricordo il nome, la riproduzione dello stemma del Casato dei Barberini, uno dei committenti della Basilica di San Pietro. Cosa ci facesse in quella chiesa marchigiana non lo saprei dire. Ma quello che ha destato il mio interesse sono state le tre api rappresentate nello stemma. Così tornato a casa mi sono un po' documentato

Le api erano considerate nel mondo cattolico-ecclesiastico (e non solo) dell'epoca come simbolo di virtù, dedizione, industriosità, fatica, tenacia ed eloquenza, doti e qualità delle quali a volte la chiesa si fregiava a sproposito, come vedremo. Maffeo Vincenzi Barberini divenne Papa nel 1623 e durante il suo pontificato nel mese di luglio del 1632, l'Inquisizione' di Firenze diede ordine di ritirare tutte le copie in commercio del Dialogo, l'opera di Galileo Galilei. Urbano VIII, spinto dai gesuiti, nemici acerrimi dello scienziato, diede ordine di inviare copia del Dialogo al Sant'Uffizio per gli opportuni esami e di convocare Galilei a Roma presso l'Inquisizione.
Ma la storia che vi voglio raccontare è questa: pare che gli insetti rappresentati nello stemma abbiano subito una metamorfosi proprio quando Maffeo divenne Papa:
per un qualche miracolo infatti i tre mosconi dorati dello stemma originario vennero sostituiti da tre api sullo stemma pontificio di Urbano VIII, Maffeo Vincenzi Barberini.
"
I Protestanti non si lasciarono sfuggire l’occasione di ricordare che, prima, quella famiglia faceva di cognome Tafani, insetti molesti e succhiasangue." (Sylvie Coyaud)

lunedì 16 marzo 2009

Spostate le prime due famiglie!

Grande lavoro oggi in apiario e in laboratorio. Stamane ultima mano di calce al soffitto del laboratorio e quasi ultimati i tanti piccoli lavori di rifinitura come ad esempio la posa degli angoli smussati che l'USL richiede per impedire l'accumulo di sporcizia negli angoli (un oggettino dal modico prezzo di 18 euro per 2,5 mt). Poi nel pomeriggio ho proseguito nella pulizia dai rovi dei terreni e la preparazione della nuova sistemazione per le famiglie di api, piantato un giuggiolo, un melo imperatore, un corniolo e infine stasera l'operazione più delicata: trasportare le famiglie da Marinasco al nuovo apiario di Rì! L'operazione si è conclusa proprio qualche minuto fa e ad aiutarmi c'era un caro amico di Como, Sergio, che da qualche giorno è qui in Liguria ospite della famiglia Natale. Un grande grazie a Sergio che dopo aver passato una giornata ad aiutare Alessandro il boscaiolo a tagliare legna è riuscito a trovare le forze per questa operazione un po' delicata, in cui occorre prestare molta attenzione finché le api non subiscano traumi, scossoni, senza contare che il tutto è avvenuto al buio appena illuminato dalle torce di Franca che ci illuminava...da lontano però per il terrore di essere pinzata! Ora basta, si va a mangiare la pasta integrale bio che ho scambiato con Sergio con olio e miele. Domattina darò il via alle due famiglie.

lunedì 9 marzo 2009

Visita a Apimell 2009


Dopo aver mancato l'appuntamento per qualche anno, rieccoci a Piacenza per la fiera più importante del settore apicolo in Italia. Per essere tra i primi domenica mattina, ultimo giorno dell'evento, sabato sera ci siamo fermati a dormire in ostello di ritorno da Milano. Alle nove eravamo già all'entrata...assieme ad altre decine di persone...Per fortuna avevamo già i biglietti! Nonostante la confusione siamo riusciti a realizzare quasi tutti i nostri obiettivi: preventivi vari per l'agognato smelatore a motore e un motocoltivatore (èh si, perchè contemporaneamente a Apimell si svolgeva Seminat, e Buon Vivere), acquisti vari a buon prezzo come telaini, un'arnietta di fecondazione, un bellissimo arbusto di giuggiolo e un'altro di corniolo, salvia inglese, clematidi montane ecc. Grandi novità mi sembra di non averne viste, mi ha incuriosito la genialata di un piccolo espositore che con grande eloquenza illustrava con quanta facilità e poca spesa fosse possibile realizzare un'arnia grazie al suo originale kit. In pratica basterebbe realizzare un cubo aperto su due lati con quattro tavole di legno e applicare poi un fondo arnia e una maschera sagomata con distanziatori, entrambi in plastica gialla, forniti con il kit. Qualcuno ha voglia di provare?:-), il produttore è OSLA SUD s.p.a di Striano (NA). A lui il premio dell'originalità mentre il nostro personale premio alla gentilezza va alla fabbrica di arnie MTB di Tassone Mario che ci ha fatto credito sulla fiducia a causa del malfunzionamento del bancomat della fiera! (ma si può non far funzionare uno sportello bancomat in un centro fieristico? Mhà!). Interessante anche il nuovo sistema per la raccolta del polline messo a punto dalla Coop. Il Pungiglione. Ne riparlerò in futuro quando l'avrò provata!. Infine verso le 13 pausa pranzo nel padiglione del Buon Vivere, mostra mercato dell'enogastronomia dove ci siamo sbaffati senza battere ciglio panini con un'ottima coppa piacentina, formaggio di capra, panini con la porchetta dei Carpinelli, cannolo siciliano, birra rossa artigianale bio di S.S. Giovanni...che sfondati. Caricata l'auto all'inverosimile (capirai, un pandino!) ripartiamo per casa divagando, avendone il tempo, per le colline piacentine, a Castell'Arquato che da tempo volevamo visitare. Unico rimpianto non aver partecipato agli interessanti convegni all'interno della fiera, sarà per il prossimo anno!

venerdì 6 marzo 2009

Sole e polline finalmente!


Dopo 5 giorni di pioggia e maltempo ecco finalmente il sole! Qui a Rì le api ci accalcano sul predellino cariche di polline giallo ed arancione, faticando un poco per entrare perchè ancora tengo le griglie sull'entrata. Solo una famiglia mostra un'attività rallentata e le api mi paiono anche di dimensione un po inferiore...
Operazioni: ho somministrato 1 kg di candito ad ogni famiglia
Fioriture: molte le api che bottinano polline sul ginestrone (boco main in dialetto) (Ulex europaeus), piena fioritura delle primule e dell'erica carnea

lunedì 2 marzo 2009

Oggi candito e punture

Sono cinque anni che ho le api e non avevo mai preso in considerazione l'eventualità di alimentarle con candito. Innanzitutto perchè ho sempre considerato questa pratica un po' "contronatura" preferendo somministrare uno sciroppo-tisana alle erbe a inizio aprile di ogni anno (su consiglio di Isabella, mitica apicoltrice apuana che mi vendette le mie prime tre famiglie e mi seguì con i primi consigli e le prime ricette). Ma quest'anno sono un po' preoccupato, le famiglie non paiono molto forti e per la prima volta in questi anni non hanno potuto nemmeno approfittare della copiosa fioritura dei molti noccioli di Rì a causa delle continue piogge. Quindi ho deciso di fare questo esperimento. Ho iniziato oggi, mettendo un panetto da un kg di candito sul coprifavo di ogni arnia a Marinasco, ricambiato per il favore con qualche pinzata, giustamente meritata, provocata da un paio di miei movimenti maldestri...."Non esistono api cattive, ma solo cattivi apicoltori!". Avevi ragione Isa!

domenica 1 marzo 2009

Visita di fine inverno

Un video tratto da Youtube dell'Apicoltore Franco Murolo

1° marzo ricomincia la stagione apistica!


La natura si rinnova, ricominciano le fioriture e l’attività delle api sta aumentando. Proseguono i voli di purificazione e durante le ore centrali della giornata c’è gran fermento sul predellino! L’inverno è stato freddo quest’anno e questo è stato un bene per le api, ma ora tanti piccoli segni mi fanno capire che la voglia di ricominciare è tanta anche se ancora non ci sono molte risorse disponibili. Ho osservato infatti molte api banchettare sulle mele marce ammucchiate nei campi o accanirsi sui minuscoli fiori azzurri della Veronica persica. Sarà il caso che prepari un po' di candito?
Ecco la situazione delle fioriture qui a Rì: mimosa (a Polverara fiorita da qualche giorno, qui è all’inizio), ginestrone, favagello, veronica persica, crochi, primula. Il nocciolo sta sfiorendo...